giovedì, agosto 30, 2012

Intervista a Claudia Endrigo intorno al Premio intitolato a suo padre


di Fabio Antonelli


COMUNICATO 
Gli Organizzatori del Premio Sergio Endrigo 2012, preso atto delle difficoltà logistiche e organizzative conclamate da una miope e totale assenza di partners, collaboratori e/o sponsors, rendono noto con grande rammarico che l'edizione 2012 del Premio non potrà in alcun modo essere realizzata. 
Pertanto il presente comunicato annulla i precedenti e invalida il Regolamento Generale del Premio, pubblicato sul sito www.premiosergioendrigo.it 
Gli Organizzatori nel chiedere scusa di quanto sopra si augurano di poter riprendere e realizzare il progetto in futuro.

Così sta scritto sulla pagina ufficiale del sito dedicato al Premio Sergio Endrigo, meravigliato da queste parole, ho raggiunto telefonicamente Claudia Endrigo, la figlia di Sergio, per chiederle chiarimenti in merito a questa triste notizia.

Claudia Endrigo insieme a papà Sergio

Io partirei, se sei d’accordo, dalla prima e per ora unica edizione del Premio Sergio Endrigo che c’è stata al Teatro Smeraldo di Milano nei giorni 3 e 4 ottobre del 2011, com’è nata innanzitutto l’idea di creare questo Premio.

Mah, l’idea c’era nell’aria da tanto, me l’hanno proposto in tanti, io alla fine ho deciso di dare fiducia a qualcuno, perché alla fine devi decidere di dare fiducia a qualcuno, altrimenti non si combina nulla, così è partito questo “esperimento” che non è andato a buon fine come ben sai.

Intendi dire che non è andata bene neppure la prima edizione o i problemi sono sorti dopo?

I problemi sono sorti da subito, devo essere molto chiara, sarò molto diplomatica, per incomunicabilità. Non per colpa mia, perché di tutto mi si può rimproverare, ma non di non parlare chiaro, anzi parlo sempre fin troppo chiaro, tanto da non piacere a molta gente proprio per questa mia estrema chiarezza. E’ successo che sono stata esclusa da tutto, da qualsiasi scelta, dai pezzi di papà da affidare ai ragazzi in concorso a ogni altra cosa.

Ti è stato dunque proposto di realizzare un Premio dedicato a tuo padre e alla fine ti sei trovata totalmente estromessa, messa davanti ad un prodotto a scatola chiusa?

Si, mi sono trovata a giochi fatti, faccio un esempio: il teatro doveva essere uno poi ho scoperto da Facebook che era un altro, è proprio un modo di fare cui io non sono abituata, perché sono una persona estremamente disponibile. Chi mi conosce sa che non sono assolutamente una presuntuosa né una diva, certo io assolutamente devo difendere con le unghie e con i denti il cognome che porto, perché la faccia è la mia, il nome è il mio e non voglio che si facciano brutte figure con il nome di mio padre.

Vista a posteriori, è stata quindi un’esperienza totalmente da cancellare?

No, le serate in se stesse sono state bellissime, una grande orchestra, i ragazzi bravi, gli ospiti splendidi da Simone Cristicchi ad Andrea Mirò, da Enrico Ruggeri al jazzista Franco Cerri, ma tu sai benissimo che senza un ufficio stampa non si fa niente o no?

Beh si, in effetti, ricordo che il teatro era semi vuoto e non colmo come ci si sarebbe aspettati.

Infatti!

Invece, la seconda edizione? E’ naufragata sul nascere?

Guarda, il solito discorso. Ho detto agli organizzatori che si doveva cambiare ed io avrei dovuto avere l’ultima parola su tutto e su tutti, però non c’è stato questo scambio d’idee che mi auspicavo, per dirla in maniera “molto carina”. Ad esempio sono anni che a Tricesimo, in provincia di Udine, fanno un Festival che si chiama “Madame Guitar”, organizzato da Marco Miconi, sono stata contattata perché mi hanno chiesto di poter intitolare questo Festival con il titolo della canzone di mio padre, ma c’è sempre stata grande disponibilità e amicizia.
Veramente mi sembra di essere una persona né che incute timore né che non accetta il confronto però, onestamente, mi sarebbe anche piaciuto potermi occupare del Premio.
Avevo anche espresso le mie perplessità per il fatto che il Premio si svolgesse a Milano, tu forse l’avrai capito, ho tantissimi animali e per me muovermi è un problema, però adesso lo sai anche tu, abbiamo skype, le mail, i telefonini, abbiamo davvero a disposizione qualsiasi cosa per comunicare, non siamo più ai segnali di fumo …
Tra l’altro avevano creato su Facebook una pagina dedicata al Premio, però come fosse una persona fisica alla quale chiedere amicizia e rivolgere commenti, ma la cosa gravissima è che hanno pure rimosso delle critiche, non posso mettere bocca su cose che non so bene perché non le ho vissute …

Vuoi dire che hanno ricevuto delle critiche all’interno di questo gruppo e le hanno rimosse?

Le hanno rimosse, mi è stato segnalato da dei ragazzi, io ti dico che non sono andata su tutte le furie, ma oltre …

Un’operazione certamente poco corretta …

Senza dubbio, perché se uno non ha nulla da nascondere non elimina i commenti, devo dire che sono rimasta con l’amaro in bocca, quest’anno invece ufficialmente hanno detto che non hanno trovato sponsor.

Tutto sommato è quasi meglio così, no?

Su questo non ci piove, mi dispiace perché è stata un’esperienza che si è chiusa con polemiche ed estrema, estrema, estrema, lo ripeterò fino alla morte, presunzione da parte loro. Io sono tutto, tranne che presuntuosa, chi mi conosce lo sa, chi ha lavorato con me lo sa. E’ stato veramente un comportamento da asilo nido. Io non sono mai stata così, personalmente credo che anche ammettere di aver sbagliato sia un gesto di maturità e di serietà, invece il continuare a lodarsi per un qualcosa che non ha funzionato e un secondo tentativo fallito ancor prima di realizzarlo trovo sia imperdonabile.
C’erano state da parte mia delle richieste di modifica al regolamento già l’anno scorso, non volevo che ci fossero quei costi così alti nelle iscrizioni dei giovani in concorso, s’era parlato di altre modifiche al regolamento che, invece, è uscito tale e quale com’era l’anno scorso e, per l’ennesima volta, senza che ne fossi avvertita prima.
Francamente è stata una grandissima delusione, non mi piacciono proprio le persone poco chiare, non mi sono mai piaciute, diffido moltissimo, io voglio lo scontro diretto piuttosto, ci possiamo anche mandare a fare in culo e dopo due minuti ci stringiamo la mano, siamo persone adulte. Il confronto chiaro si, le persone poco chiare no, credo che uno dei maggiori problemi dell’odierna società sia l’incomunicabilità, la mancanza di chiarezza porta equivoci, malintesi, porta a pensar male, ingigantisce anche le piccole cose.

Penso che nell’organizzare eventi di tale portata ci debba invece essere una totale collaborazione.

Certamente, quando ad esempio ho collaborato seppure in maniera molto marginale con Sergio Bardotti alla realizzazione del meraviglioso concerto che, senza l’aiuto di Sergio, non sarebbe mai stato possibile, fatto a tre mesi dalla scomparsa di papà all’Auditorium di Roma, con dei nomi veramente da restare senza parole c’è stata vera collaborazione. In quell’occasione Sergio mi ha chiesto “Tu come intitoleresti la serata?”, io in un attimo ho detto “Ciao poeta” e lui mi ha detto “E’ bellissimo, è stupendo”, poi mi ha chiesto “Ma tu come apriresti la serata?”, gli ho risposto “Mah, per creare il giusto pathos farei Io che amo solo te”, vedi c’è stata una grande collaborazione, ma non è che io abbia detto a Bardotti “Devi fare così”. Chi mi conosce sa che non faccio mai così, quindi penso che alla base di tutto ci sia stato magari anche un problema d’incompatibilità caratteriale, ma soprattutto una non comunicazione e una totale mancanza di coinvolgimento da parte loro.

A questo punto non ci sarà quindi più una seconda edizione del Premio Sergio Endrigo o vedi qualcosa all’orizzonte?

Io mi auguro che ci sia, che ci sia magari qualcosa di diverso, anche perché io ero stata chiara sin dall’inizio (ho mail che lo confermano), la prima cosa che ho detto loro è che o il Premo Sergio Endrigo è degno del nome che porta o altrimenti no.
Tu sai meglio di me che ormai in giro per l’Italia c’è un premio per chiunque, questo premio per me aveva come scopo rivalutare l’intero patrimonio artistico di Endrigo e alo stesso tempo dare una concreta possibilità di maggiore visibilità ai ragazzi, perché altrimenti fare un concorsino locale per me, non ha alcun senso.
Tra l’altro, per l’edizione di quest’anno, avevo detto che, poiché i ragazzi sono dei cantautori e c’è una netta differenza tra un cantautore e un interprete, non esiste che si affibbino dei pezzi di mio padre a dei ragazzi che magari non li sentono per nulla propri, facciamo invece ascoltare loro trenta, quaranta, cinquanta pezzi di papà, così magari hanno anche l’occasione di conoscerlo veramente e non di limitarsi a quelle quattro o cinque canzoni che girano di più. Si lascia che scelgano tre pezzi e solo allora, sempre insieme, si sceglie il pezzo definitivo da presentare. Imporre un brano, porta secondo me solo a un cattivo risultato che poi è sbagliato attribuire a chi è toccato cantare il pezzo.

Ah, quindi il brano di Endrigo che hanno interpretato nel corso delle serate non è stato scelto da loro, bensì imposto dall’organizzazione?

Si, purtroppo, invece facendo come dicevo io, avrebbero avuto modo di conoscere anche l’Endrigo meno conosciuto.
L’aspetto più negativo però, è che è mancata la promozione, non ci s’improvvisa nell’organizzare un evento di tale portata.

In effetti, penso che neanche a livello di Milano sia circolata molto la notizia di questo importante evento.

Certamente, non lo sapeva quasi nessuno, come avrai visto lo Smeraldo, era vuoto, pensa che gli organizzatori hanno stampato cinquecento manifesti ma cinquecento manifesti li hanno stampati adesso per Terni, che è un decimo di Milano. Per una realtà come Milano devi stampare diecimila manifesti. Senza un ufficio stampa non fai niente. Non penso e non ho mai pensato che ci fosse della malafede, credo piuttosto che ci sia stato da parte loro l’errore di un’estrema presunzione nel credersi capaci di seguire ogni minima cosa in prima persona. Se esistono degli uffici stampa, ci sarà pure un motivo, glielo devo spiegare io? E’ come insegnare a una mamma che a sei mesi un bambino deve portare i pannolini. Comunque è andata … vedremo cosa ci riserverà il futuro.

Speriamo qualcosa di positivo, perché è davvero un peccato che un progetto che prevedeva una continuità si sia arenato alla prima edizione, per altro come s’è visto con grossi problemi, sia per un senso di rispetto verso l’opera di tuo padre sia nei confronti dei giovani che vi hanno aderito con entusiasmo e in buona fede.

Mi auguro. Pensa per che si parlava anche di un cd, non è stato fatto niente e ormai è passato più di un anno, una parte del ricavato del disco per Save the Children, parole parole parole, poi la faccia ce la metto io, i ragazzi ce li hanno messi di tasca loro i soldi per partecipare, poi ovviamente uno che non sa, finisce con il dire “ma guarda un po’ la figlia di Endrigo”.
Mi sento attaccare da tante persone e ci rimango molto male, però che ti posso dire, ormai è andata …
(ride con sarcasmo)
Sarebbe bello parlare piuttosto di questo evento alla Cascata delle Marmore, in occasione del settimo anno dalla scomparsa di papà, parliamo anche di qualcosa di bello se no …
(ride)

Parliamone, poiché che non ne so nulla.

Mio papà è sepolto a Terni insieme a mia mamma, perché mamma era nata lì e, il 7 settembre appunto, alla Cascata delle Marmore, grazie a quest’associazione che si chiama Terni Città Futura e all’Assessorato al Turismo del Comune di Terni, ci sarà questa serata omaggio a papà dove Simone Cristicchi canterà con il suo gruppo, proprio sotto la Cascata delle Marmore.
Non è per l’unico esempio positivo, ho ancora in mente la serata magnifica che c’è stata il 4 luglio a Fiesole al Teatro Romano, è stato un successo incredibile, venti minuti di standing ovation sei bis.
Papà è ancora molto amato.

Solo a Milano non si è riusciti a rendergli merito.

(ride)
Che poi è da dove ha cominciato, quindi figurati, ma dai come si diceva … è andata così!

Premiazione di Marco Massa vincitore della prima edizione del Premio Sergio Endrigo

Sito ufficiale del premio: www.premiosergioendrigo.it

sabato, agosto 04, 2012

Recensione CD "La Magia del libro" di Fiorindo


Fiorindo: “La Magia del libro”
Alla fine vien voglia di leggere un buon libro, ma non fraintendete…

di Fabio Antonelli

“La Magia del libro” è uno di quei dischi che come per magia ti si materializza nella cassetta postale di casa, magari dopo qualche disguido di troppo, per la passione di amici comuni come Massimo Priviero, un musicista del quale non devo certo aggiungere credenziali e l’amico milanese d’adozione Roberto Cernigoj, friulano doc, uno che di musica di qualità se ne intende eccome, visto che grazie a lui ho conosciuto la musica di due ottimi cantautori friulani Luigi Maieron e Aldo Rossi.

Non dilunghiamoci però in convenevoli, piuttosto addentriamoci subito in questo disco di Fiorindo Tittaferrante, in arte solo Fiorindo, che attraverso dieci tracce cerca di farci capire quanto piacere e quanta magia possa scaturire dalla lettura di un bel libro, proprio come avviene dopo aver ascoltato questo disco, un piacere sia per le orecchie sia per il cuore.

Il disco, che si muove tra ballade, folk songs, sonorità sudamericane e blues si lascia ascoltare con immediatezza e, badate bene, in questo caso specifico è solo sinonimo di buona musica, non certo di ovvietà, basterebbe ascoltare la traccia che dà il titolo al disco per rendersene conto, una bella ballata che oscilla tra folk e blues in cui non c’è un passaggio fuori luogo, lap steel, violino e chitarre ci conducono per mano tra un personaggio e un altro di romanzi che appartengono al bagaglio letterario comune, si crea così una rocambolesca storia in cui la morale è che “Ora si, puoi viaggiare / chiudi gli occhi puoi volare / Ora si, puoi sognare / con un libro si può fare”. Da distribuire nelle scuole di ogni ordine e grado.

Facendo così, ci troviamo già precipitati alla traccia tre che è quella che dà il titolo al disco, facciamo allora un rewind per tornare alla prima traccia “Avalon”, una folk song dal sapore nordico, ma anche in stile Luf per intenderci, che ci addentra in una storia in cui miti come Excalibur s’intrecciano con la quotidiana realtà perché, come apprendiamo in gran segreto dalle parole di Morgana “Siam noi ogni giorno, con il nostro pensiero / a creare nel nostro mondo un sentiero”.

“Don Chisciotte” ci offre una non banale riflessione sulla vita in generale, ma soprattutto sulla vita oggi, in cui ci si trova inseriti in una società dove si corre a perdifiato e spesso si perde il senso vero dell’umano vivere, come canta appunto Fiorindo “Se ammirassi la natura / del tempo non avresti paura, / Come un fiume segue il suo corso / per la vita, stesso discorso” finendo per perdere di vista gli affetti più cari “C’è un tempo per studiare, / lavorare e riposare, ma anche per dover amare / Lascia stare Don Chisciotte / che corre verso i mulini a vento / tuo figlio è qui in questo momento”. Una lezione che vale soprattutto per il sottoscritto.

Ritmo lento, suadente, un po’ sudamericano per “Il giocatore”, storia di un giocatore accanito che nella vita non ha altro che le carte “I suoi amici, quelli veri / sono le carte ed i suoi pensieri / ormai la sua è pura passione / e nella mente assuefazione”, per lui purtroppo non sembra più esserci alcuna possibilità di riscatto sebbene ogni sera da tempo ripeta “Domani finirà!”.

Una zampogna ci introduce nella romantica, quanto drammatica, “Romeo e Giulietta”, in cui destino privato e pubblico, si mescolano. Questa la scena iniziale “Due ragazzi si baciano piano / e si tenevano mano per mano, / sguardi rivolti alla luna e alle stelle / il loro amore rabbrividiva la pelle”, ma è il 6 aprile e quel giorno in Abruzzo la terrà tremò tanto che “I due ragazzi li han trovati per terra / abbracciati come edera e quercia”. La canzone si chiude con un ritornello sospeso tra speranza e amaro realismo “Nella terra del sole / la speranza non muore / Nella terra del sole non bastano le parole”.

Con “Sentirsi dire” si cambia atmosfera in un tripudio di violino e bandoneon, una musica che mi suggerisce spazi immensi tipo pampas Argentina e un testo che invita a essere artefice in prima persona delle proprie scelte, senza ascoltare troppo parole e consigli altrui “Sentirsi dire parole irreali / cambiando sempre mille ideali. / Il tempo passa senza ritorno / e alla fine cosa mia resterà?”.

Ancor più spumeggiante musicalmente, “Ieri, oggi e domani” ci offre una bella riflessione su passato presente e futuro, perché in fondo, si è un po’ tutti figli d’immigrati, di lavoratori indomiti e il nostro trascorso dovrebbe aiutarci a crescere anziché sforzarci a piè sospinto a rinnegare il proprio passato “Ragazzo di ieri ha conquistato / di oggi ha assaporato / e di domani che sia illuminato / Se il futuro fosse già deciso / non balliamo con l’ultimo sorriso / ieri costruisce l’oggi per il domani / apriamo gli occhi e le nostre mani”.

“Fermata per l’inferno”, ballata dal ritmo suadente, ci mostra ancora una volta come l’esistenza sia fatta di esperienze che ognuno si porta dentro e che il tempo non può cancellare perché “Passano tempi, passan le ore / che portan segni e parole / Ognuno è un libro di storia / la vita è memoria”.

Il testo di “Supplica a mia madre” è l’omonima poesia di Pier Paolo Pasolini dedicato alla propria madre Susanna Colussi e sarebbe superfluo rilevarne i pregi, quel senso di dolore e solitudine che la pervade, a Fiorindo va riconosciuto soprattutto il merito di averla ben musicata e di averla cantata con giusta misura, dimostrando una gran sensibilità senza però cadere nell’errore di gravare il brano d’inutile enfasi.
Sognante, un po’ com’è il tema stesso della canzone, “Un destino ridicolo” affronta il tema dell’infanzia in cui spesso ci si crea personaggi immaginari che ci accompagnano nei giochi e nei sogni, ma si sa che il trascorrere del tempo, il crescere comporta qualche sacrificio “Il suo letto è una nave per navigare / ma un domani crescendo dovrà naufragare”.

Il disco si chiude con “Credi in te”, un brano in cui Fiorindo invoca chi ascolta a credere in se stesso e in quello che fa, a convincermi poco però, non è tanto l’ottimismo che pervade il pezzo, quanto il testo infarcito di troppe rime baciate tipo “Delusioni e sconfitte avrai / seguiti da pianti vedrai / ma la forza per proseguire/ tu troverai”, peccato perché musicalmente è trascinante e mi ricorda un po’ il sound di Fabio Treves.

Peccato questo finale un po’ sottotono, perché il disco ha navigato bene fino a qui, o forse potrei dire che ha volato, un po’ come Peter Pan verso l’isola che non c’è per restare in tema di magia del libro. Resta comunque un buon disco, ben suonato e capace nel suo insieme di far venire all’ascoltatore il desiderio di riprendere in mano qualcuno dei romanzi citati nel disco e questo non è mai un male …

















Fiorindo
La Magia del libro

Smilax Publishing / Self - 2012

Acquistabile presso i migliori negozi di dischi e qui: www.self.it/ita/artista.php?art=FIORINDO

Tracklist
01. Avalon
02. Don Chisciotte
03. La Magia del libro
04. Il giocatore
05. Romeo e Giulietta
06. Sentirsi dire
07. Ieri oggi e domani
08. Fermata per l'Inferno
09. Supplica a mia Madre
10. Un destino ridicolo
11. Credi in te

Crediti
Fiorindo Tittaferrante: voce, chitarra acustica (1, 5, 6, 8, 10), chitarra 12 corde (2), dobro (3), lap steel (3, 4), charango (7), pianoforte (9)
Davide Tittaferrante: batteria (1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10), percussioni (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8)
Francesco Licciardi: basso a 5 corde (1, 8), basso (2, 10), corno francese (2), contrabbasso elettrico (3, 4), basso Fretless (5, 7, 9), contrabbasso (6)
Gianluca Verrengia: chitarre acustiche (1, 3), mandolino (1, 2, 6, 8), chitarre (2), chitarra classica (4), chitarra 12 corde (5, 8), chitarra acustica (6, 9, 10), bouzouki (8)
Stefano De Libertis: fisarmonica (1, 2, 3, 4, 5), bandoneon (6)
Domenico Mancini: violino (1, 3, 4, 6, 7)
Fabrizio Fantini: flauto (1, 5), zampogna (5)
Flavia Di Tommaso: violini (2), viole (2)
Ivan Pretto: cori (3, 5, 8, 10)
Patrizia Visentini: cori (3, 5, 8, 10)
Bob Darkhill: violoncello (9)
Giuliano Barboni: armonica (10)

Testi e musiche di Fiorindo Tittaferrante (tranne “Supplica a mia madre”, testo di Pier Paolo Pasolini e musica di Gianluca Verrengia e Fiorindo Tittaferrante)

Arrangiamenti di Tittaferrante (tranne “Supplica a mia madre”, arrangiamenti di Gianluca Verrengia e Fiorindo Tittaferrante)

Produzione esecutiva di Alberto Margheriti
Produzione artistica di Fiorindo Tittaferrante

Registrato e missato presso Audio Works da Gianluca Verrengia
Master effettuato da Pietro Caramelli e Claudio Giussani presso gli studi Nautilus

Sito ufficiale di Fiorindo: www.fiorindo.net
Fiorindo su MySpace: www.myspace.com/fiorindo
Fiorindo su Youtube: www.youtube.it/fiorindotitta